Al Candidato sindaco del sedicente Centrodestra si potrebbero dare alcuni consigli, anche se non li ha affatto richiesti.
Il primo riguarda l’ecologia: visto che i suoi interlocutori sono tutti forlivesi, per le riunioni potrebbe recarsi lui da loro, invece di far venire tutti qua. Una sola auto inquina molto meno di tante vetture.
Il secondo sarebbe un gesto di Onestà: iniziando la campagna elettorale ammettendo gli errori commessi nei suoi 5 anni. Come la mancanza di comunicazione con la cittadinanza; sia per illustrare quanto fatto, sia per difendere l’operato da polemiche assurde. O come l’adesione ai ricatti subiti dai partiti, quelli che lui ha chiamato “rospi impossibili da ingoiare” e poi ingoiati con motivazioni un po’ farlocche; senza difendere le persone umiliate da quelli che lui stesso chiama “cani che abbaiano”. Ci avesse mandato a votare all’epoca, invece di abbozzare, avrebbe goduto di grande vantaggio e avrebbe allontanato per altri cinque anni il probabile ritorno della Sinistra.
Il terzo riguarda la sua nuova prospettiva. Quando gli comunicarono che non lo avrebbero ricandidato diceva: “bene, prendo il 3% e torno a insegnare, ma con certa gente ho chiuso”. Oggi che tornano col cappello in mano (anzi, con la felpa) sarebbe il momento di presentare una Squadra di governo fatta di persone competenti nel settore di cui si dovrebbero occupare. Non prese per forza dai partiti secondo spartizione del manuale Cencelli. Verificherebbe così chi lo sostiene per migliorare la Città e chi vuole solo trovare uno stipendio e un ruolo.
Il quarto è sul programma: proponga qualcosa di sintetico, fattibile e concreto, in pochissimi punti. Se si riuscissero a realizzare, a dispetto di alluvioni, stagioni turistiche depresse e congiuntura economica, sarebbe già un successone. Il resto è ordinaria amministrazione. Le lenzuolate che parlano di tutto non servono poi mai a nulla.
Quinto: ricordi a tutti perchè la gente cinque anni fa cacciò la sinistra. Non furono ammaliati da una proposta affascinante (che affascinante non era) ma vollero porre fine all’arroganza e alla spartizione. Questa fazione non deve tornare e la sola alternativa a vincere sarebbe l’effetto Parma. Entrambe prospettive nefaste per il posto in cui viviamo.